Rimane sempre il vuoto

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Recentemente mi capita di pensare spesso alle persone che, per molto o per poco tempo, hanno attraversato la mia vita, e io la loro; e che vuoto hanno lasciato.

A somma nulla

C’è un detto popolare che recita: si chiude una porta, si apre un portone. Significa, è evidente, che non bisogna disperarsi quando qualcosa va male, quando perdiamo una opportunità, oppure, soprattutto, una persona. Quando qualcuno esce dalla nostra vita, lasciando dietro un grande dolore. Un grande vuoto.

È basato sull’idea che uno valga un altro. Che le persone siano intercambiabili, o sostituibili in meglio. Che il vuoto generato dal distacco vada colmato. Che il vuoto si possa colmare.

Insomma, è come se la vita potesse essere un qualcosa a somma nulla. Un bilancio di ragioneria. Un algoritmo che dà, come risultato, sempre lo stesso valore. Uno va via, ne arriva un altro. E, alla fin fine, è la stessa cosa.

Incontri

Gli incontri sono quasi tutti casuali, a ben vedere. Dai compagni di scuola che ti troverai, al tizio con cui fraternizzi a forza di vederlo dal salumiere. Dal vicino di casa, al collega di lavoro. Eppure, ogni incontro in un certo senso ci segna. Ogni incontro ha un suo peso, nella nostra vita. Piccolo o grande che sia.

Perché certe persone ci rimangono attaccate al cuore? Com’è che si creano amicizie che durano una vita, più salde dei legami di sangue?

Se una risposta c’è, credo vada ricercata dentro di noi. Se una risposta c’è, penso sia scritta nel nostro cuore, che dovremmo interrogare con sincerità.

E quando avviene un distacco, invece?

Rimane sempre il vuoto

Le persone entrano nella nostra vita, e noi entriamo nella loro. E ad un certo punto, talvolta, tutto finisce. Credo che sia una cosa naturale. Che sia nell’ordine delle cose. Gli interessi cambiano, o semplicemente le possibilità di frequentazione cambiano. La scuola finisce. Si cambia lavoro. Si cambia città. Si muore.

Bisognerebbe chiedersi che cosa la persona ci ha lasciato. O forse, innanzitutto, se ci ha lasciato qualcosa di positivo, o qualcosa di negativo. E non mi riferisco, naturalmente, a beni materiali. Non parlo di regali.

Penso alle ispirazioni sul fare e sul non fare. Penso ai valori e ai disvalori. Ai comportamenti da cui prendere esempio o da evitare.

Quello che voglio dire, in definitiva, è che le persone non sono sostituibili, sia quando hanno rappresentato per noi positività, sia quando ci hanno arrecato dolore. Naturalmente, nel secondo caso nessuno vorrebbe nemmeno sostituirle. Ma credo fermamente che ognuno, proprio ognuno, tra le migliaia di persone che vivono con noi un pezzo della nostra vita ci abbia regalato qualcosa.

In definitiva, rimane sempre un vuoto.

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